“Come vive chi lavora con e dietro i libri?”. Questa è la domanda che Redacta, in un sondaggio anonimo riportato su Il Libraio.it, ha posto a professionisti del mondo editoriale. A rispondere sono state 825 persone, in particolare lavoratrici e lavoratori freelance “under 40”. A giudicare dai risultati, sembra che la maggior parte dei lavoratori del settore operi con partita iva ( 29, 4%), mentre il 28,8% è dipendente a tempo indeterminato. Il 13,6%, invece, lavora con la formula del diritto d’autore. Ad ogni modo, quasi il 63,3% non ha un impiego da dipendente.
Parlando di redditi, in prima posizione ci sono i dipendenti a tempo indeterminato; seguono i co.co.co e le partite iva. In ultimo, chi lavora con il diritto d’autore ha i compensi più bassi. Osservando i dati, invece, si legge che 36,7% delle persone rispondenti vive in Lombardia(seguono Lazio, Emilia-Romagna e Piemonte).
Di questo sondaggio, due dati mi hanno particolarmente colpito:
- Solo la metà di chi ha risposto al sondaggio ritiene il proprio reddito “sufficiente a mantenersi”;
- Le donne che riescono a mantenersi col reddito da lavoro sono in percentuale meno rispetto agli uomini.
Una realtà complessa
Questi dati riflettono una realtà complessa e articolata del mondo editoriale, evidenziando diverse sfaccettature legate al tipo di contratto di lavoro e alla distribuzione dei redditi all’interno del settore. La predominanza di lavoratori freelance e autonomi, come indicato dalla presenza significativa di partite IVA, suggerisce una forte presenza di liberi professionisti nel campo editoriale.
La discrepanza nei redditi tra dipendenti a tempo indeterminato, co.co.co, partite IVA e coloro che lavorano con il diritto d’autore non sorprende, poiché riflette le differenze nelle modalità di compensazione e nelle condizioni contrattuali tra le varie categorie di lavoratori.
L’osservazione che solo la metà dei partecipanti al sondaggio ritenga il proprio reddito sufficiente a mantenersi suggerisce un quadro di incertezza economica per una parte significativa dei lavoratori del settore. Questo può essere attribuito a diversi fattori, tra cui la natura intermittente del lavoro, la competitività del mercato e le pressioni economiche che influenzano il settore editoriale.
Inoltre, l’evidenza che le donne siano in percentuale inferiore agli uomini nel riuscire a mantenere sé stesse con il reddito da lavoro solleva importanti questioni di disparità di genere e di equità nel campo editoriale. Questo fenomeno può essere il risultato di molteplici fattori, tra cui differenze retributive di genere, discriminazioni nel mercato del lavoro e barriere strutturali che limitano le opportunità di carriera per le donne.
In definitiva, questi dati offrono uno sguardo approfondito sulla complessità delle dinamiche lavorative nel settore editoriale e sollevano importanti questioni legate alle condizioni di lavoro, alla distribuzione dei redditi e alle disparità di genere che richiedono un’attenzione e un intervento mirato da parte degli attori del settore e delle istituzioni competenti.